Mentre le agenzie internazionali rimbalzano le immagini dei profughi ucraini che si ammassano nei pressi della frontiera tra Ucraina e Polonia, la Segreteria Provinciale di Trieste del LES Libertà e Sicurezza Polizia di Stato manifesta la propria preoccupazione per la situazione riscontrata presso la frontiera di Trieste tra Slovenia e Italia, attraverso la quale ogni giorno migliaia di profughi transitano per raggiungere le città del nostro paese, ove saranno accolti.
In tale contesto il personale della Polizia di Frontiera si trova impegnato nell’arco delle 24 ore nel difficile compito di prestare la prima accoglienza a queste persone che fuggono dalla guerra, accertando contestualmente che tra questi non si celino dei criminali. Nel momento in cui scoppia la guerra in un paese, è prassi comune da parte delle autorità statuali, messe in difficoltà dal conflitto che imperversa, spalancare le porte delle celle per svuotare le patrie galere. In tale contesto i primi ad allontanarsi dal paese sono proprio i criminali, i quali fuggono per sottrarsi ad una successiva possibile re-incarcerazione; ne consegue che tra i profughi in fuga si possano trovare anche dei pericolosi criminali.
Diviene quindi fondamentale, oltre agli aspetti legati all’accoglienza, quello relativo alla sicurezza nazionale, implementato attraverso l’attività di filtraggio e controllo svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini della Polizia di Frontiera di Trieste.
I profughi arrivano principalmente a bordo di pullman sovraccarichi che ospitano fino a 90 persone. Ne consegue che le operazioni di controllo e prima accoglienza comportano tempistiche lunghe e laboriose.
Gli operatori in servizio presso la Polizia di Frontiera di Trieste si trovano dunque a dover controllare un numero ogni giorno in crescita di pullman per turno, il tutto in un contesto logistico che potremmo eufemisticamente definire non ottimale. Ricordiamo che a seguito della dismissione dell’ex valico internazionale di Fernetti, oggi punto principale di transito dei pullman che trasportano i profughi ucraini, la situazione viaria presente e l’intenso traffico veicolare rendono arduo attuare i controlli in condizioni di sicurezza. Sul luogo ove vengono implementati i controlli si riscontra inoltre la totale mancanza di servizi igienici e di un rubinetto d’acqua corrente a disposizione degli operatori e dei profughi stessi, tra i quali si registra la presenza di numerosi bambini, evidentemente provati dalle ore di viaggio.
Il LES Libertà e Sicurezza Polizia di Stato, ha scritto una lettera aperta al Dirigente la IV Zona della Polizia di Frontiera nella quale denuncia le precarie condizioni di sicurezza e sanitarie nelle quali il personale della Polizia di Frontiera di Trieste è chiamato ad operare, chiedendo a gran voce l’invio di personale di rinforzo da aggregare temporaneamente altre province, valutando altresì l’assegnazione di personale da assegnare in pianta stabile presso la Polizia di Frontiera di Trieste per supplire alle sempre più numerose emergenze che si susseguono nel corso dell’anno.
Il Segretario Generale Provinciale Trieste
dott. Lawrence Dilena